Internet inquina.
Ti sei mai posto questo problema?
Siamo portati a immaginare il web come un mondo virtuale e intangibile. Un mondo, quindi, che genera zero emissioni di Co2.
La realtà, purtroppo, è diversa dall’immaginario collettivo. È provato che una ricerca sul web possa generare da 1 a 10 grammi di emissioni di Co2, che l’invio di una email abbia lo stesso impatto sull’ambiente dell’utilizzo di un sacchetto di plastica, o che sia meno inquinante acquistare album di musica piuttosto che ascoltare canzoni in streaming. La lista potrebbe essere infinita.
In un solo anno un utente medio è in grado di emettere circa 244kg di Co2. Se si considera che ogni giorno accedono a Internet quasi 8 miliardi di persone, è facile intuire la portata del problema. Il motivo? Per consentirci questo enorme scambio di informazioni, strutture come i server e i data center devono costantemente essere mantenute in funzione con un grande impiego di energia. È stato infatti calcolato che se Internet fosse un Paese, sarebbe il quarto consumatore mondiale di energia elettrica, dopo Cina, India e Stati Uniti.
Ma essere passati al digitale non dovrebbe significare un minor impatto sull’ambiente?
È innegabile che gli effetti positivi ci siano. Lo smart working, per esempio, ci fa evitare il viaggio e riduce l’inquinamento, oppure la digitalizzazione di molti servizi permette di risparmiare grandi quantità di carta.
In altre parole, il digitale ci consente di limitare alcune azioni inquinanti, ma a poco servirebbe se la sua esistenza implicasse la produzione di grandi quantità di Co2.
Credo quindi che ognuno di noi possa e debba fare la sua parte. Perciò, come web designer, ho deciso di rendere tutti i miei siti web sostenibili per l’ambiente, con alcuni semplici accorgimenti.